Con la vittoria di domenica ottenuta sul Salento Football Leverano con il risultato di 3-1, l’ Atletico Racale si rilancia prepotentemente in classifica in chiave playoff.
Uno dei protagonisti indiscussi del sodalizio del presidente Cimino è senza dubbio Filippo Ciurlia, centrocampista casaranese classe 1983 con una carriera invidiabile, avendo giocato anche tra i professionisti in circa 20 anni di attività agonistica.
Purtroppo domenica ha rimediato un’ espulsione che poteva creare qualche grattacapo in più ai suoi compagni, i quali invece hanno risposto egregiamente sul campo riuscendo ugualmente a vincere.
Da circa un anno a questa parte, Filippo ricopre il doppio ruolo di calciatore e allenatore degli esordienti e giovanissimi dell’ ASD DON BOSCO TAURISANO ( società presieduta da Davide De Icco suo attuale compagno di squadra nel Racale) e frequenta il corso per conseguire il patentino ufficiale da allenatore.
Filippo, espulsione a parte, domenica avete disputato una buona partita e ottenuto una vittoria importantissima in chiave playoff.
Nel primo tempo, finchè sono rimasto in campo, il Leverano ha giocato meglio di noi. Poi al 42’ minuto l’ arbitro ha concesso un rigore inesistente e per di più mi ha cacciato per proteste. Qui c’è stata la svolta perché siamo riusciti a pareggiare subito e nel secondo tempo è uscita la forza del gruppo e se devo essere sincero abbiamo giocato meglio in inferiorità numerica, meritando la vittoria.
Dispiace particolarmente per l’ espulsione perché in oltre 600 partite ufficiali in carriera ne ho subite 2 e non venivo espulso dal 2009 quando fui mandato anticipatamente sotto la doccia per una doppia ammonizione!
Nonostante l’ età però voglia, agonismo e fisico sono ancora quelli di un ventenne, ciò significa che continuerai a giocare a lungo, non credi?
Finchè mi diverto continuo a giocare. Attualmente sto frequentando il corso per prendere il patentino da allenatore e contemporaneamente alleno sia gli esordienti che i giovanissimi dell’ ASD Don Bosco Taurisano con i quali siamo primi in classifica.
Com’ è l’ esperienza da allenatore rispetto a quella da calciatore e soprattutto che tipo di metodologia d’ allenamento applichi con i ragazzi?
Noi usiamo una metodologia olandese, il coerver coaching, che si basa molto sul dominio palla e sulla tecnica con gesti tecnici ripetuti fino alla nausea. E’ un metodo nato negli anni 80’ in uno dei settori giovanili più prestigiosi del mondo, ossia quello dell’ Ajax di Amsterdam e nel tempo questo metodo è stato approvato da vere e proprie leggende del calcio mondiale come Franz Beckenbauer, Karl Heinz Rumenigge, Roberto Rivelino, Peter Beardsley, Alex Ferguson e Liam Brady, giusto per citarne qualcuno.
Un altro aspetto fondamentale che cerchiamo di tenere presente e trasmettere ai ragazzi è quello riguardante l’ etica in quanto siamo molto ferrei e decisi nel far capire l’ importanza dei valori quali possono essere il rispetto per arbitri e avversari, ma anche per i propri compagni di squadra, per esempio, presentandosi puntuali all’ allenamento.
Quindi se siete primi in classifica si vede anche la cosiddetta “mano del mister”.
Alleno questi ragazzi già dallo scorso anno e come ho già detto prima è un qualcosa che mi piace fare e per questo motivo sto prendendo il patentino, anche perché in passato per via degli allenamenti ed altre vicissitudini non ero riuscito a prendere.
I ragazzi mi seguono, ma più che un allenatore sono un educatore e una guida, fermo restando che comunque sono molto validi e vi è qualità all’ interno del gruppo a cui va aggiunto il giusto mix di lavoro e regole per poter ottenere in prospettiva i frutti auspicati.
In un calcio che oggi è sempre di più allo sbando incontrare un educatore come Filippo Ciurlia, che nel suo bagaglio ha anche l’ esperienza da calciatore, rappresenta una fortuna da non lasciarsi sfuggire perché solo chi ha vissuto più ruoli, facendo il dovuto percorso per oltrepassare gli stessi, può capire meglio come comportarsi per poter trasmettere determinati valori ed affrontare certe situazioni che la crescita di un individuo comporta.
Ai ragazzi bisogna far capire l’ importanza del gioco, l’ esaltazione dell’ aspetto ludico nel pieno rispetto delle regole, l’ importanza di perseguire la vittoria in campo come un obiettivo nella vita, ma anche accettare le sconfitte e farne tesoro quando arrivano per poter rimediare agli errori fatti e potersi migliorare.
Senza dubbio uno come Filippo Ciurlia questi aspetti li ha ben presenti altrimenti a 36 anni non sarebbe ancora su un campo di calcio a macinare chilometri come un ragazzino, segno evidente che viene da un calcio e da un’ epoca dove i valori erano ben più importanti dell’ aspetto tecnico e non sarà certo l’ espulsione patita domenica scorsa a mettere in discussione un calciatore dal grande spessore umano.
Danilo Sandalo