CERIGNOLA – Una stagione da dimenticare, Cerignola con un pugno di mosche in mano. Tutti a casa, niente serie D. Per l’ennesima volta, per la quarta volta negli ultimi cinque anni. Epilogo a Manfredonia di una stagione che probabilmente potrebbe segnare la fine dell’era Dinisi e del suo gruppo: l’amarezza è tanta in casa gialloblu, non parla nessuno se non il presidente.
“Purtroppo questo è il calcio – dice il massimo dirigente –, spietato nei suoi risultati. Abbiamo cercato di fare del nostro in questi anni, ma probabilmente non ci siamo riusciti anche per pura sfortuna. La marezza è tanta – continua Dinisi -, difficile da smaltire. Non ho parole, non riesco a trovare le parole. Forse è finita la mia avventura in questa società, sono triste perchè volevo regalare ai tifosi i Dilettanti. Non ci sono riuscito, ma ci ho provato con tutte le mie forze e qui, penso, nessuno mi potrà contraddire. peccato per quella fortuna che mi è mancata in questi anni“.
Un saluto finale vero e proprio, difficilmente si rivedrà Dinisi a capo del Cerignola. Il presidente e il suo staff sono scuri in volto, volevano provarci ancora. Un epilogo incredibile, nessuno lo avrebbe mai previsto qualche settimana fa con la finale di Coppa Italia raggiunta eliminando squadre balsonate della Sicilia e della Campania, poi quel gol al 97′ con la Fermana che ha tagliato le ali verso la D, ora la sconfitta di Manfredonia che manda a casa il Cerignola senza attenuanti.
“Sono orgoglioso di essere stato alla guida di questa società – dice Dinisi –, le squadre che avuto sotto la mia gestione hanno dato tutto. Accettiamo l’ennesimo verdetto del campo ricordando però che abbiamo fatto tanto sia in questa stagione che nelle altre“. E poi un ringraziamento alla città ed ai suoi tifosi. “Non ha vinto la squadra – conclude Dinisi –, ma la città quella si. I nostri tifosi sono stati fantastici sempre e meritano che si lavori per portare subito questo squadra in una categoria importante. Non dimenticherò mai la tifoseria di Bitonto (finale con il Martina ndc) e quella di Rieti (in 2mila ndc). La città e la sua tifoseria hanno vinto, la squadra e la società hanno perso con a capo il presidente“.
Antonio Villani – La Gazzetta del Mezzogiorno
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