Aggredito il magazziniere del Manfredonia ed alcuni tesserati. Tutti hanno dovuto fare ricorso all’intervento dei medici. Ancora una volta si deve parlare di episodi, stigmatizzandoli, che nulla hanno a che fare con il calcio e lo sport.
La notizia è arrivata praticamente come un fulmine a ciel sereno. Non ci si aspetta mai, per quanto purtroppo stiano diventando più frequenti questi atteggiamenti, di trovarsi a vivere di persona quello che è successo ieri allo stadio di Molfetta. Il centinaio e più di sipontini al seguito della squadra del Manfredonia Calcio, al proprio ritorno a Manfredonia, ha aggiunto ulteriori dettagli raccontando di un clima che nulla ha a che fare con un evento sportivo quale è stato, anzi quale doveva essere, l’incontro tra i padroni di casa del Molfetta e l’undici sipontino. Forse sarebbe più aderente alla realtà parlare di “incontro di calci”, non riferendolo a quello che è avvenuto sul rettangolo di gioco, bensì a ciò che è occorso laddove non vi sono tanti occhi ad osservare: negli spogliatoi.
La squadra del Manfredonia è stata accolta con un atteggiamento ostile, da coloro i quali dovrebbero essere addetti alla sicurezza, sin dall’arrivo presso la struttura molfettese. Capita che l’importanza del match che si va a giocare esacerbi un pò gli animi ed è sempre opportuno cercare di evitare frizioni, come ogni componente dello staff biancoceleste ha fatto. Non capita e non deve capitare quello che è invece successo al rientro delle squadre negli spogliatoi, al termine della prima frazione, ed in chiusura di gara.
Alcuni calciatori del Manfredonia sono stati fatti oggetto di ceffoni, manrovesci e calci non appena sono entrati nel tunnel che conduce agli spogliatoi. Una pesante intimidazione che ha sortito effetto sui giovani che vestono la casacca biancoceleste. Un clima creato artatamente ed atto a condizionare tanto gli atleti biancocelesti quanto la terna arbitrale. La temperatura è arrivata alle stelle quando è terminata la gara, vinta dalla squadra di casa grazie tra l’altro ad un rigore apparso piuttosto generoso, e tutti sono rientrati per la meritata doccia. E’ in quei momenti che soggetti riconducibili alla società ospitante hanno fatto praticamente irruzione nello spogliatoio del Manfredonia ed hanno aggredito chiunque trovassero sul loro cammino. A farne le spese soprattutto il veterano del gruppo, il magazziniere Giuseppe Ussato, dapprima buttato a terra e poi preso a calci sullo sterno e sul viso.
Il Sindaco Riccardi interviene ed afferma che “Ho ricevuto da subito notizie sull’aggressione subìta da Peppino Ussato e dai componenti lo staff, non riuscivo a credere a tanta proditorietà. Peppino è un uomo serio, mite, con un forte senso di appartenenza ai colori sociali ed alla città, un’autentica memoria storica, un infaticabile lavoratore. Mi ha fatto ancora più male sapere che fosse stato proprio lui ad avere la peggio. La violenza non può mai avere ragione. Mai. Meno ancora se associata ad un evento sportivo, visto che i valori dello sport sono in perfetta antitesi con questi deprecabili episodi”.
“Di questo se ne dovrebbe rendere capace il presidente del Comitato Regionale FIGC, Vito Tisci, che ha il dovere di prendere provvedimenti seri, efficaci, esemplari e che restituiscano dignità agli atleti, agli addetti ai lavori ed a quanti ancora credono che sia possibile una netta inversione di rotta in uno sport che addita le tifoserie come causa di tutti gli eventi negativi, ma che invece si sta facendo sempre più male da solo. Lo invito, ancora una volta, a non abbassare la guardia – prosegue Angelo Riccardi – su questi deprecabili episodi e, magari, a prendersi cura di appurare come quanto avvenuto ieri si sia realizzato e chi ne siano i responsabili. Spero che almeno questa volta riesca a tenere fede ad un preciso dovere, non certo come capitato per altri impegni presi nei confronti del Manfredonia, che al momento restano disattesi. Mi riferisco alla premiazione della squadra juniores del Manfredonia, vincitrice dell’ultimo campionato di categoria ed ancora in attesa del riconoscimento tangibile della coppa che non le è stata attribuita accampando pretesti che lasciano il tempo che trovano”.
“Aspetto, in ogni caso, che vengano intensificate le azioni di controllo e prevenzione all’interno del terreno di gioco. Non è possibile che soggetti violenti si possano nascondere dietro una pettorina che li qualifica paradossalmente come addetti alla sicurezza. Soltanto se Tisci riuscirà a garantire la necessaria tranquillità – continua come un fiume in piena il Sindaco – punendo con pene esemplari gli autori di simili misfatti si potrà riportare all’interno degli stadi delle società dilettantistiche regionali, in questo caso, quel clima di civiltà che tutti dichiarano di inseguire, ma che in pochi realizzano”.
“Condivido la riflessione del presidente Sdanga ed il suo proposito di valutare con attenzione se è il caso o meno di scendere in campo domenica prossima. Mi preme altresì sottolineare – termina Riccardi – che questo è un episodio di teppismo che non può intaccare l’immagine di una città civile come Molfetta, ma che pone profondi dubbi su quanto ne possa essere espressione fedele la società militante nel campionato calcistico di Eccellenza. Gli sportivi devono reagire e prendere le distanze dalla violenza. Non si può rischiare la vita per assistere ad una partita di calcio. Attendo identica condanna degli eventi tanto da parte della società calcistica in questione quanto da parte delle istituzioni tutte, così come auguro si possa indagare nel più breve tempo possibile affinché i contorni di questo disdicevole episodio di cronaca siano chiariti ed i responsabili individuati”.
“La nostra Manfredonia è riconosciuta come una città che fa dell’accoglienza un vanto, una qualità che contraddistingue la sua gente. Sotto il profilo sportivo la città ha sempre impartito lezioni di civiltà e maturità. L’educazione allo sport è un valore che deve essere perseguito dai Comuni e dalle società sportive, che poi ci rappresentano in gara. Esprimo solidarietà all’ASD Manfredonia Calcio, ai suoi calciatori aggrediti e refertati successivamente nel nostro ospedale ed al magazziniere Ussato – dice il consigliere delegato allo Sport, Alessandro Salinari, in costante contatto con il presidente del sodalizio sipontino Antonio Sdanga – vittima anch’egli dell’aggressione fisica che lo ha costretto a ricorrere alle cure dei sanitari poco dopo il termine della partita. Voglio infine aggiungere l’invito, rivolto ai nostri tifosi, di continuare a sostenere la squadra come hanno sin qui fatto in maniera compatta e civile, a dimostrazione che lo sport per la nostra città è sinonimo di passione, divertimento e socializzazione. L’esempio che sapranno continuare fornire è più efficace di qualunque altra parola”.
Lascia un commento