L’arbitro di domenica scorsa reo di aver offeso la dignità del popolo di Celle: «Non è la prima volta, ha offeso un intero paese», il commento del presidente.
«Non mi interessa il risultato sul campo, ma l’atteggiamento ostile nei confronti della nostra squadra». Esordisce così, con toni alti, il presidente del Celle di San Vito, Luciano Acquaviva.
Smaltita la rabbia del risultato di domenica scorsa, il patron del piccolo paese dauno ritorna sui fatti accaduti in campo. «Sin dal suo arrivo – chiosa Acquaviva – si è comportato in maniera molto sprezzante nei confronti di tutta la nostra squadra. Lui (nativo di Bari – ndr) pensa alla nostra piccolissima realtà come un paese da denigrare, da svilire e questo non lo posso tollerare. Ha offeso un paese intero, la nostra terra. Non mi interessa il risultato, non sono uno di quei presidenti che cerca assolutamente di vincere, anche se fa piacere riuscirci, ma noi siamo prima di tutto educatori e il signor Cipolla, di certo, non ci aiuta in questo compito».
Non è la prima volta, infatti, che il Celle e il presidente Acquaviva, recrimina in una partita condotta dal fischietto barese. «Non so cosa abbia nei nostri confronti, ma non è la prima volta che accade. Già lo scorso anno, contro la Nuova Andria, riuscimmo a perdere 1-2 contro l’ultima in classifica, grazie a delle “sviste” di Cipolla e ci ritirammo con 6-7 ammoniti, cosa incredibile se si pensa che, secondo tutti gli altri fischietti ospitati nella nostra zona, la società del Celle è un’oasi felice. Non ci sono mai episodi spiacevoli. Eppure Cipolla continua ad osteggiarci e a comportarsi in maniera ostile nei nostri confronti, è una cosa personale contro di noi».
È un fiume in piena Acquaviva che poi rimarca il suo essere deluso e arrabbiato da questo comportamento, aldilà del risultato finale della sua squadra: «Ripeto, il risultato è qualcosa di estraneo ai fatti, non si può cacciar via un ragazzo dopo 4 minuti di gioco, per un fallo innocuo totalmente fuori area, per il quale peraltro è stato fischiato un calcio di rigore. Non penso neanche a problematiche territoriali perché a Monte Sant’Angelo il pubblico è stato squisito, erano oltre 600 persone e non hanno creato problemi. Anzi la società è stata altamente ospitale, siamo riusciti anche a dare il nostro contributo affettivo ai “dieci” in campo, senza alcun problema. Io sono oltre trent’anni che lavoro nelle forze dell’ordine e capisco immediatamente quando un atteggiamento è ostile “per partito preso” e lui si è comportato in questo modo. Ora mi auguro davvero che la federazione non lo mandi più ad arbitrarci».
Fabio Lattuchella
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