Gli amici corallini hanno destato un’ottima impressione al Miramare, sapientemente orchestrati dall’ex Pensabene. Sagacia tattica con 3 moduli diversi nel corso della gara, dall’autoritario 4-3-3 al prudente 5-3-2 passando dal compatto 4-4-2. Evidente l’equilibrio tattico, la coralità di gioco (senza vere prime donne), la personalità nei diversi frangenti e la grande abnegazione di tutti. La migliore squadra ammirata a Manfredonia e pertanto “azzardiamo” un finale di campionato ricco di soddisfazioni senza escludere clamorose sorprese.
E se Liccardo si è lasciato sorprendere sul suo palo in occasione del 2-1, nulla ha potuto sulla prima rete mentre sull’ultima è parso leggermente rilassato così come tutta la squadra del resto (era sul 4-2 in superiorità numerica).
Anche una difesa molto bene organizzata come quella corallina ha dovuto adeguarsi al valzer delle reti tipico del Manfredonia “zemaniano”. In generale ha concesso pochissimo dai 16 mt. in giù, non impeccabile tra le “linee” dove il Donia aveva una certa libertà di movimento e tiro.
A centrocampo il “faro” Sibilli anche da fermo ha dettato a proprio piacimento i ritmi, partendo da vertice basso. I due esterni Lucchese e Iovinella hanno padroneggiato sulle fasce con quest’ultimo goleador. Bisogno e Manzo due instancabili gregari a centrocampo con Morabito jolly tattico prezioso e mai domo.
Meno appariscente il solo Grezio, invece Croce è stato il mattatore del match: “cecchino” freddo e spietato, grande movimento e fisicità.
La Turris c’è, gli altri sono avvisati.
La Manfredonia sportiva augura agli amici campani un gran finale di stagione!
Stefano Favale
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