Manfredonia: Dall’Eccellenza alla D, poi la salvezza. Il futuro? Al momento tutto tace

Manfredonia: Dall’Eccellenza alla D, poi la salvezza. Il futuro? Al momento tutto tace

Grosso punto interrogativo sul futuro del sodalizio bianco-celeste, al momento dalla dirigenza non arriva nessun segnale…E intanto il tempo passa

Dal purgatorio al paradiso. Il Manfredonia, dopo tre anni di Eccellenza, ritorna in serie D, lo fa non dalla porta principale, bensì attraverso la lotteria dei play off. Cerignola, Terlizzi, Rende ed Atletico Campofranco, gli avversari di turno, il 16 giugno 2013, un’intera città esplode di gioia. Sulle ali dell’entusiasmo, i sipontini allestiscono una rosa di tutto rispetto, confermato Franco Cinque, capitan Romito continua ad indossare la fascia da capitano, diversi artefici della promozione sposano ancora la causa dei bianco-celeste, nel mercato estivo arrivano Arigò ed Albano. Insomma, ci sono tutti i presupposti per fare bene. Nelle prime due giornate, i sipontini incappano in due sconfitte consecutive, nulla di preoccupante, saranno poi te le vittorie di file ottenute dal Manfredonia. Tra vittorie, pareggi e sconfitte, Romito e soci chiudono il girone d’andata al nono posto con ventitrè punti. Due derby consecutivi, Monopoli in casa e Taranto in trasferta, si apre così il girone di ritorno, i sipontini perdono il primo, ma vincono il secondo. Allo Jacovone, Granatiero disputa la sua ultima partita in bianco-celeste, per lui si aprono le porte degli Allievi della Juventus. Tutto sembra filare liscio, invece, arriva un periodo nero. Il Manfredonia non sa più vincere, la rosa viene rivoluzionata, vanno via in tanti, ritorna Carminati. Ma non basta, la zona play out diventa realtà, a sei giornate il cambio di allenatore, via Cinque, dentro Vadacca. La scossa serve, il grande ex conduce la nave in porto, con una giornata d’anticipo, il Manfredonia stacca il biglietto della permanenza in D. Adesso il futuro, già, quale? Al momento tutto tace, cosa ne sarà del Manfredonia? Il punto interrogativo, resta.

 

Antonio Guerra per Il Mattino di Foggia e Provincia

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