Primo pit stop dopo soli 2 giri per il Donia, inizia male il Gran Premio della vettura biancoceleste guidata da Max Vadacca. Eppure le prove ufficiali facevano ben sperare, ma la falsa partenza è sotto gli occhi di tutti ed ora ci si affida al lavoro dei meccanici.
La metafora calza a pennello, in effetti la delusione è tanta dopo sole 2 gare ufficiali tra campionato e coppa.
Il regolare ritiro precampionato ed un organico in buona parte confermato non lasciavano certo presagire ad un avvìo di stagione disastroso, sotto l’aspetto fisico, mentale, tattico e tecnico.
ASPETTO FISICO: i ragazzi sono apparsi poco reattivi, salvo spezzoni di gara, scarso movimento con e senza palla, ne consegue una manovra lenta e prevedibile, senza profondità;
ASPETTO MENTALE: i ragazzi sono apparsi poco grintosi, a volte rilassati, senza mordente e forse senza una piena consapevolezza della propria forza;
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ASPETTO TATTICO: la difesa continua a soffrire terribilmente, 3 gol incassati in 2 gare casalinghe, se schierata si trasforma a 5 altrimenti resta a 3 ed è in balìa degli avversari. Il centrocampo ha ritmi bassi, fraseggi semplici e scontati, scarso filtro alla difesa e scarsa proposizione in avanti. L’attacco è, tanto per cambiare, La Porta-dipendente costretto a prendere palla a centrocampo e a correre come un ragazzino (lui che ha 34 anni) non assistito dai compagni di reparto. Malcore e Castrì sono apparsi spesso avulsi dagli schemi offensivi.
ASPETTO TECNICO: il modulo continua a non convincere, occorre portare la linea difensiva a 4, Fiore è in rodaggio, Romeo soffre avversari tecnici, Vergori deve giocare da centrale, ma il problema è che mancano esterni fantasiosi, non basta correre. Vicedomini è in fase di carburazione, si spera, da lui ci si aspetta esperienza e tempi. In attacco siamo certi che verranno presto rispolverati Bozzi e De Rita, provvidenziali l’anno scorso. A nostro avviso occorre tornare sul mercato se si vuole puntare alle zone alte della classifica, serve qualità.
La vettura di Vadacca è pronta a ripartire…
Stefano Favale
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