La prestazione incoraggiante di ieri non fa altro che accrescere il rammarico per non aver saputo costruire una rosa di alto livello, nonostante un budget importante messo a disposizione del Ds Di Toro.
I numeri sono impietosi: 8 sconfitte in 16 gare, di cui 9 casalinghe ovvero una sconfitta ogni 2 gare. Addirittura 27 le reti subìte, con una media gol incassati di 1.7. Un cambio tecnico (Vadacca), un tesserato mai sceso in campo (Cerbone), il “colpo” Pazienza (finora deludente), l’esiguo margine di vantaggio sulla zona playout (+2) nonostante proclami da playoff e lo scarso impiego dei ragazzi del vivaio certificano una prima parte della stagione da dimenticare per il Donia, se non fallimentare.
Fortunatamente il livellamento (in basso) del girone, fatta eccezione per le prime 4 della classe, lascia aperta una “porta” che conduce alla 5^ posizione dove però si preannuncia bagarre.
Le altre, Nardò e Francavilla in primis, non stanno ferme a guardare e in questo momento sono con la Gelbison le pretendenti maggiormente accreditate alla 5^ posizione.
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Non basta certamente il buon centrale difensivo D’Angelo, seppure apparso non in perfette condizioni fisiche, senz’altro migliore dell’esonerato Vergori. E’ palese la necessità di tesserare un nuovo portiere, un altro difensore centrale ed un paio di centrocampisti se si vuole provare a disputare un altro girone di ritorno.
Ebbene ieri il Donia ha consegnato il centrocampo nelle mani del superlativo Trastevere, magari cinico ma dal tasso tecnico elevatissimo e dall’ottima organizzazione di gioco.
Pazienza e Romito hanno retto circa 60′, poi il vuoto con l’assenza ad oltranza di Vicedomini.
La stagione può essere salvata? certo ma a condizione che arrivino finalmente i tasselli giusti, in caso contrario meglio puntare sui ragazzi del posto e mantenere la categoria tra la mediocrità generale.
Stefano Favale
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