Nuova Andria – Intervista a mister Cosimo Sinisi: “Io allenatore per passione”

Nuova Andria – Intervista a mister Cosimo Sinisi: “Io allenatore per passione”

Cosimo Sinisi 48 anni, allenatore da quattro stagioni della Nuova Andria. Un uomo con la passione per il calcio e che riesce a trascinare un gruppo di ragazzi, ognuno con le proprie individualità, verso un obiettivo comune. Oggi vi presentiamo l’intervista fatta a mister Sinisi dalla quale emergono sia il suo lato sportivo che quello umano.

Mister la prima curiosità: da dove nasce l’amore e la passione per il calcio e cosa ti ha spinto a diventare allenatore?
“Ho giocato quando ero più giovane poi ahimè a causa di due infortuni non ho potuto più continuare a giocare e ho deciso di fare l’allenatore. Non è stato il mio primo sogno nel cassetto ma poi lo è diventato. Non lo prendo come un lavoro ma più come una piacevole passione”.
Quante soddisfazioni si provano ad essere l’allenatore di una squadra? “Intanto dico che in qualsiasi categoria uno sa che rappresenta la società, il gruppo e quello che è l’espressione tecnica dei ragazzi. È un ruolo di responsabilità e oltre alla parte tecnica c’è tutto un discorso di stima e amicizia con i ragazzi che ti coinvolgono e che ti fanno sentire parte di una famiglia”.

In questo girone di andata 5 vittorie, 5 sconfitte e 2 pareggi. Ti ritieni soddisfatto o c’è qualcosa da migliorare?
“Nel complesso mi ritengo soddisfatto. Nella prima gara abbiamo ospitato il Borgorosso, una società con un grande mercato estivo , noi l’abbiamo attesa, rispettata ed affrontata e siamo riusciti ad avere la meglio. Poi trasferta ad Apricena dove abbiamo capito che la Nuova Andria tecnicamente ha dei valori importanti, abbiamo ribaltato il gioco e siamo riusciti a portare a casa il risultato. Dopo queste due vittorie purtroppo ci siamo adagiati e sono arrivate le sconfitte con il Sammarco e l’Audace Barletta. In casa contro il Victrix Trinitapoli abbiamo avuto una bella reazione. Poi nella sesta giornata il Celle: una partita strana dove non abbiamo proprio giocato, abbiamo pensato a litigare, ci siamo deconcentrati e abbiamo perso. Una bella partita è stata quella con il Terlizzi dove mi sono sentito un allenatore ad alti contenuti tecnici, terminata 2 a 2 ma con il Terlizzi che ha segnato due rigori entrando praticamente in porta solo in quelle due occasioni. Poi con la Virtus Molfetta una partita storica: dopo nove minuti eravamo già in svantaggio, poco dopo un’espulsione per parte e tanto spavento dovuto anche al raddoppio dei padroni di casa ma per fortuna abbiamo accorciato le distanze prima della fine del primo tempo. Rientrati in campo loro hanno segnato il terzo gol e io ho fatto delle scelte che mi hanno dato ragione e fortuna perché gli abbiamo agganciati e poi superati facendo terminare il match 3 a 4. Dopo il Molfetta abbiamo affrontato il Giovinazzo, prima in classifica, una bella squadra però noi abbiamo fatto una bella partita e l’abbiamo vinta. Dopo con Herdonia e Matinum altre due sconfitte e partite praticamente buttate al vento dovute a delle nostre colpe. Nell’ultima il derby con la Virtus Andria, e per quella partita non posso che fare un plauso ai ragazzi che sono rimasti in campo con concentrazione e voglia di portare a casa un risultato positivo nonostante l’inferiorità numerica”.

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La squadra è formata prevalentemente da giovani ragazzi, quanto è importante?
“Io sono contento di questo, la Nuova Andria è ben organizzata (Juniores, Allievi, Giovanissimi, Esordienti, Pulcini), tutti lavorano bene e ogni anno portiamo in prima squadra due/tre ragazzi e questo moltiplicato per quattro anni, ha fatto si che la rosa si sia completamente ringiovanita nel tempo.

Tra questi giovani ragazzi ci sono però anche alcuni un po’ più grandi che fungono quasi da fratelli maggiori. Quanto sono importanti per il gruppo?
“Sono parte integrante della squadra, sono ragazzi umili, assidui nell’allenamento e professionali e questo per i ragazzi più piccoli non può che essere uno stimolo”

Hai una figura di riferimento o un allenatore “preferito” a cui ti ispiri?
“Dicono che assomigli ad Allegri e questo mi piace molto a dir la verità. Io guardo il mio e quando dico che mi sono divertito a fare l’allenatore in questa o in quest’altra partita, è perché come i grandi riesci ad incidere sulla squadra”

Un consiglio ai tuoi ragazzi
“Io dico sempre che il profilo basso, l’umiltà e il lavoro sono importanti per ottenere risultati, perché quando si lavora bene il risultato magari può anche tardare ad arrivare, però se alla base c’è una grande prospettiva, si possono ottenere bei risultati”.

Addetto stampa
Melania Mansi

laquis

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