Mentre la società cerca la pace con i tifosi, il giudice sportivo stanga i rossoneri per la pietra lanciata contro i tifosi del Cerignola
Da una parte la società, che fa un passo indietro nei confronti dei tifosi, dall’altra il giudice sportivo che infligge 3000 € di multa e 1 gara a porte chiuse al Foggia, per una pietra lanciata verso il settore ospiti domenica scorsa. Pietra che ha colpito un sostenitore cerignolano. Mano dura del giudice sportivo, mano leggera (e protesa al dialogo) da parte della società, che ammaina l’ascia di guerra nei confronti dei tifosi chiedendo scusa per qualche errore di troppo commesso. La speranza è quella di fare la pace con i gruppi organizzati. La contestazione di domenica scorsa aveva fatto ‘storcere’ il naso alla proprietà e l’AD, Davide Pelusi, non aveva perso tempo per manifestare tutto il suo disappunto. Con il comunicato stampa di ieri, la società rossonera ha tentato di ricucire il rapporto con gli ultras, fortemente indignati per una stagione che vede la squadra ancora in lotta con il Bitonto per la vittoria finale del campionato, ma con i neroverdi avanti di 5 punti. Eppure, nonostante la spaccatura, il sostegno alla squadra nei 100 minuti di battaglia contro il Cerignola non era mancato. Ma Felleca sa bene che per raggiungere l’obiettivo è necessario l’apporto di tutti e una giusta dose di tranquillità. In serata è arrivato anche l’appello di Ninni Corda, sulla sua pagina Facebook. Anche lui fa un dietrofront mirato a riallacciare i rapporti con tutti. Ora si attende la decisione degli ultras, mentre in campo si prepara una nuova sfida, difficilissima. Il Taranto è in forma e domenica scorsa lo ha dimostrato a Sorrento, e poi la gara di andata porterà sicuramente i rossoblu ad uno sforzo supplementare per superare i satanelli. Al Foggia mancheranno Gerbaudo e Russo, tra i migliori in campo nella scorsa gara, ma Corda ritroverà Cittadino, Anelli, Fumagalli, Tedesco e Salines. Problemi di formazione non ce ne sono, ma i tifosi contro il Brindisi non potranno esserci, è quello si che è un problema.
Fabio Lattuchella