Un po’ teso accenna un sorriso ma appare fin da subito disponibile, in questo modo si è presentato il giovane di Martina Franca (classe ‘97 ndr) Mirko Lupinella, ormai assorbito nella realtà manfredoniana: “Questo è il quarto anno che sono qui ed è inutile aggiungere che mi sento totalmente a casa mia. Ho amato questo sport fin da piccolo, poiché dopo delle brevi esperienze nel calcio a 11, ho conosciuto l’allenatore, mio compaesano d’altronde, Francesco Castellana che mi ha portato ad indossare il mio primo numero di maglia, il 12, rimasto tale, a Cisternino. Lo ringrazierò sempre e credo che la mia crescita sia avvenuta anche grazie a lui. Lì ho compreso il mio potenziale e avevo chiarito bene le idee”.
Riguardo lo sport in generale, il portiere dichiara: “Nonostante ci sia una grande tifoseria, posso dire che c’è poca cultura ”futsal” e spesso veniamo sminuiti anche nei termini, ad esempio spesso viene chiamato “calcetto”. Noi abbiamo degli splendidi spalti al Palascaloria, siamo grati per la carica che ci danno ”.
Quattro anni lontano da casa, a 23 anni, non è una scelta facile e su questo afferma: “Ho preso delle decisioni e mi sono assunto le mie responsabilità. Sapevo che non potevo vivere i miei 16 anni in maniera naturale e non mi sono pentito. Da quando ho capito che questo poteva diventare il mio mestiere, ho dovuto rinunciare a diverse cose”.
Il tarantino ha vissuto fin da piccolo solo con sua madre e su questo vuole precisare: “Mia madre ha fatto dei grossi sacrifici, accompagnandomi sempre agli allenamenti e quando può viene a trovarmi. Non mi è pesato il fatto di essere sostenuto solo da lei, anzi, devo fare di tutto per riempirla d’orgoglio. Le altre esperienze? Sono stato un anno a Rieti e purtroppo ho avuto problemi al ginocchio e dopo essermi ripreso a Roma, sono arrivato qui con Monsignori”.
Nonostante abbia sciolto tutti i legami con il calcio a 11, Lupinella nutre una profonda fede nei confronti dell’Inter: “Il mio cuore ha sempre battuto per i nerazzurri e dopo anni sono fiero di essere tornato a vincere, ma il mio idolo è Gianluigi Buffon, credo sia uno dei portiere più forti degli ultimi 20 anni. Stimo tantissimo anche Stefano Mammarella, portiere campione europeo 2014 del Pescara”.
È evidente la tenacia del giovane capitano, questa piazza ha bisogno di comprendere l’importanza che ha assunto negli ultimi anni questa squadra e il miracolo effettuato. Avere un ottimo portiere a difendere i pali può essere un buon inizio per aprire un ciclo.
Michela Rinaldi