Giovane argentino, classe ’97 e pieno di esperienze si è presentato ai microfoni tranquillo in volto e visibilmente contento di far conoscere alla nostra cittadina e comunicare le sue sensazioni passate e attuali: “Sia la piazza che la squadra mi hanno accolto benissimo, spesso mi fermano in giro e mi piace scambiare qualche chiacchiera. Oltre ad amare il mare ed il buon cibo, condivido con i miei compaesani Agustin Laborda e Ninkovic, la maggior parte del tempo oltre agli allenamenti, anche se mi è dispiaciuto tantissimo salutare l’altro argentino, Nicholas Morro, ma il calcio è anche questo. Credo che l’unione giovi molto alle prestazioni”.
Parlando un po’ della sua infanzia, spiega: “Ho iniziato a giocare a 5 anni e negli anni successivi gli allenatori notarono le mie qualità sulla fascia d’attacco e la mia predisposizione offensiva, così mi assegnarono la maglia numero 11, mica poco, no? (ride, ndr)”.
Tante sono state le sue esperienze, è stato presente persino in alcune rose statunitensi: “Nel 2014 ho iniziato a giocare in Argentina, nell’Acasuso, per poi passare in uno stato vicino, in Colombia col Deportivo Pereira. Negli USA, ho militato nel Tulsa rougjnecks F.C (2017) e nel 2018 sono tornato in patria e ho continuato nell’Atala. Dopo la parentesi sportiva nel Milwaukee Torrent F.C, ne è iniziata una più dolorosa, ovvero la pandemia. Sono così abituato ad essere circondato di gente, a vivere i momenti in maniera collettiva e a condividere le ore con gli altri che ne ero angustiato, ero anche preoccupato per la mia famiglia, che ha sempre creduto in me e sono legatissimo, ci sentiamo spesso e sono orgogliosi del mio percorso. Proprio adesso che questa piaga stava per chiudersi, ne inizia un’altra per mano dell’uomo” – continua con aria preoccupata, questa volta – “la guerra non porterà ricchezza e potere a nessuno, solo fame e miseria se continuerà a lungo, sperando che non si espanda, però questo sembra difficile da comprendere per alcuni. Nel mio paese c’è stata, dove ci ha portati? Al devasto”.
È importante sapere cosa pensano gli sportivi riguardo questa situazione così vicina a noi, di qualsiasi categoria facciano parte (ndr). Per i mister che l’hanno accompagnato nella vita, ricorda: “Considero Nestor Craviotto e Carlos Cordoba due uomini eccezionali, mi hanno sempre guidato e spero siano fieri di me. Un episodio in particolare che mi ha regalato gioia? Il mio 3-2 contro l’U.S Bisceglie a Monte Sant’Angelo, mi sono sentito un perno importante in quel caso, anche se so che tutto ciò che finora abbiamo creato è stato frutto di un duro lavoro di gruppo. Io e i miei compagni abbiamo sempre contato l’uno sull’altro, dal più piccolo al più grande, grazie anche alla diligenza del mister Cinque, sempre pronto a sostenerci. Le difficoltà sono state tante, dalle gare disputate in doppia trasferta e talvolta rinviate per la neve (a Manfredonia non sarebbe successo viste le poche precipitazioni nevose che si verificano durante gli anni, ndr) alle prolungate espulsioni (Salvemini otto giornate, Ninkovic e Palumbo cinque dopo la sfida casalinga contro il Canosa). E da buon ragazzo argentino, D’Imperio è simpatizzante dell’Inter: “Il mio mito indiscusso è Ronaldo (il fenomeno brasiliano, specifica con fermezza, ndr) e credo che Javier Zanetti sia un esempio sia all’interno che al di fuori del campo. Secondo me, tra l’altro, faremo la nostra bella figura il prossimo autunno ai mondiali, vista la nuova squadra albiceleste allestita”.
Bueno Santiaguito, aquí te quieran mucho, però le vittorie mondiali devono tornare ad essere Azzurre…
Joven argentino, nacido en el ’97 y me siento como si estuviera presente en el micrófono con calma en el intercambio y visiblemente feliz de conocer a todo nuestro pueblo con sus sentidos pasados y actuales: “Sí, la plaza que me recibió muy bien el equipo, sexo stop”. Yo alrededor y me gusta charlar. Una vez que amo el mar y las buenas noticias, comparto con mis compañeros Agustín Laborda y Ninkovic, la mayoría de las veces, de nuevo a entrenar, además estoy tan descontento de saludar al otro argentino, Nicolás Morro, también mi fútbol está aquí. Creo que la unión es muy beneficiosa para el rendimiento”. Hablando un poco de su infancia, dice: “Empecé a jugar con 5 años y en los siguientes años los entrenadores han notado mis cualidades como lateral delantero y mi predisposición al ataque. , porque me dieron la camiseta n° 11, muy poco ¿no?, en Acasuso, para luego mudarme a un estado vecino, en Colombia con el Deportivo Pereira.En USA, jugué en el Tulsa rougjnecks FC (2017) y en el 2018 volvió a su patria continuando a Atala.Después del paréntesis deportivo en Milwaukee Torrent FC, empezó más doloroso, más allá de la pandemia.Estoy acostumbrado al círculo de esta gente, a vivir y momento en colectivo y compartir con ellos rezo con los demás a no angustiarme, pero también a preocuparme por mi familia, que siempre ha creído en mí y soy legítimo, soy yo mismo Me sentí pesado y estoy orgulloso de mi camino. Precisamente se cerraba esta hora dolorosa, comienza otra de manos del hombre – continúa con aire preocupado, esta vez – la guerra no traerá riquezas y poder a nadie, solo la fama y la miseria seguirán por mucho tiempo, a la espera de no se expande, sin embargo, esto parece difícil de entender para algunos. En mi país ha sido, ¿hacia dónde nos ha llevado? A la desolación”. Es importante saber lo que pienso de los deportistas respecto a esta situación tan cercana a nosotros, de la categoría que sea que formen parte (ed). Para los entrenadores que lo han acompañado en la vida, recuerden: “Considero Néstor Craviotto y Carlos Córdoba dos hombres excepcionales, siempre me han guiado y espero que estén orgullosos de mí. ¿Un episodio en particular que me dio alegría? Mi 3-2 contra U.S. Bisceglie en Monte Sant’Angelo, me sentí como un pivote importante en ese caso, aunque sé que todo lo que hemos creado hasta ahora ha sido el resultado de un arduo trabajo en equipo. Mis compañeros y yo siempre hemos contado el uno con el otro, desde el más pequeño hasta el más grande, gracias también a la diligencia del Sr. Cinque, siempre dispuesto a apoyarnos. Las dificultades fueron muchas, desde las carreras celebradas a doble partido fuera de casa y en ocasiones aplazadas por la nieve (en Manfredonia no habría ocurrido dadas las pocas nevadas que se producen a lo largo de los años, ndr) hasta las prolongadas expulsiones (Salvemini 8 días, Ninkovic y Palumbo 5 tras el partido en casa ante Canosa). Y como buen chico argentino, D’Imperio es simpatizante del Inter: “Mi mito indiscutible es Ronaldo (el fenómeno brasileño, precisa con firmeza, ed) y creo que Javier Zanetti es un ejemplo tanto dentro como fuera del campo. En mi opinión, entre otras cosas, daremos una buena impresión el próximo otoño en el Mundial, dada la nueva configuración de la selección albiceleste”. Bueno Santiaguito, aquí te quieren mucho, pero las victorias mundiales deben volver a ser Azules…
Michela Rinaldi