Ciò che da due giorni sta colpendo l’onorabilità e la correttezza, più volte dimostrata, della nostra società è indicibile!
E’ partita una campagna mediatica ricca di accuse infondate e di autentiche invenzioni che sta ledendo la storia della società e soprattutto della città tutta.
Respingiamo con forza, e con prove, le accuse rivolte a tutti i presenti (tesserati e tifosi) giovedì pomeriggio al San Sabino.
Si sta strumentalizzando per motivi professionali (e politici??) ciò che è accaduto; cori offensivi come OGNI MALEDETTA DOMENICA in tutti gli stadi d’Italia; cori ai quali chi si occupa di calcio giocato dovrebbe essere abituato, ancor di più quando egli stesso è artefice di provocazioni e diffamazioni che con i tempi che corrono i social fanno arrivare immediatamente ai destinatari.
Provocazioni continue cominciate subito dopo la partita di andata in quel di San Ferdinando, in quando coloro che ci accusano hanno dato spettacolo davanti a più di duecento tra sostenitori, parenti dei giocatori e tesserati del Canosa Calcio.
Noi condanniamo in ogni caso e SEMPRE questi cori, rivolti a chicchessia;
ma scrivere che vi siano stati cori sessisti è errato, fuorviante e lesivo dell’onorabilità dell’intero paese..e non solo della nostra società!
MAI il San Sabino si è reso protagonista di cori di discriminazione verso qualunque categoria, e ne è riprova il fatto che i nostri spalti sono sempre pieni di donne, bambini e famiglie.
Sono due giorni che riceviamo telefonate da dirigenti di altre squadre, giornalisti, dirigenti di aziende, rappresentanti delle istituzioni, presidenti di banche e amministratori pubblici e privati tutte dello stesso tenore: stupore!
Nessuno mai aveva osato così tanto, nessuno mai aveva gettato così tanto fango sulla città e sui suoi cittadini.
La verità su come sia andata è nota a molti, compresi i funzionari delle Forze dell’Ordine presenti allo stadio che hanno testimoniato a parole e con supporti di registrazione tutto ciò che è accaduto, soprattutto nel settore ospiti dove i tifosi avversari, tra cui chi ci accusa, si sono resi protagonisti dell’aggressione e successivo allontanamento dei tesserati del Canosa presenti all’estremità del settore per motivi tecnici. E’ consuetudine dello staff dell’allenatore posizionarsi in una parte di quel settore per poter dare indicazioni tecniche agli atleti, in quanto rimanere nella tribuna principale significherebbe non far arrivare in campo le indicazioni per il solito entusiasmo dei tifosi di casa.
Il primo tempo non ha visto cori o scontri. Sono cominciati quando, nell’intervallo, i tesserati della squadra ospite, compreso il dirigente concittadino, hanno cominciato a fare gesti offensivi verso la tribuna e presi forse da trance agonistica hanno prima tentato di aggredire alcuni tesserati del Canosa, poi addirittura hanno cercato di aggredire i funzionari delle Forze dell’ordine in borghese che sono stati costretti a portare con la forza via dal campo alcuni componenti della panchina ospite.
Solo l’intercessione di alcuni nostri dirigenti, e le scuse a fine partita dei ragazzi protagonisti delle aggressioni, ha evitato che si desse seguito a provvedimenti nei confronti dei suddetti tesserati.
Persino l’allenatore dell’Orta Nova ha chiesto scusa, davanti a diversi testimoni e ai rappresentanti delle forze dell’ordine, per l’atteggiamento dei ragazzi protagonisti dell’accaduto.
A seguito di quelle provocazioni la tifoseria ha preso di mira chi riteneva autore e alimentatore di questo clima surreale con gli ormai tristemente noti cori.
Di questa triste vicenda resterà solo una città ferita, tradita, mortificata.
Il tutto assume sempre più i contorni di una strategia comunicativa costruita a tavolino che mira a tentare di ottenere vantaggi attraverso una giustizia sportiva più volte chiamata a comando. Non mancano esempi, ahimè anche recenti e tristemente noti, di veri e propri episodi di sessismo ma che non sono a noi riconducibili né benché meno ai cori uditi al San Sabino.
Sotto l’aspetto regolamentare non mancano gli strumenti perché al verificarsi di atti, o gesti o cori razzisti e/o sessisti le parti offese o l’arbitro possano sospendere la partita e questo non è avvenuto, non avendo il giudice di gara percepito nulla, né tanto meno la polizia a bordo campo né i diretti interessati. Quindi quanto orchestrato e pensato subito dopo il post partita sembra sempre più la strategia di chi a tavolino cerca di recuperare un risultato sportivo negativo, ma queste logiche sono lontane dal calcio che amiamo e che ogni domenica onoriamo.
In virtù di tutto sopra riportato preannunciamo denuncia querela contro gli autori di questo sciacallaggio mediatico, l’emittente televisiva e chi per una mera logica di clickbaiting continua a buttar fango sulla nostra città.
L’ASD Canosa Calcio 1948 inoltre diffida chiunque da questo momento a proseguire l’attività di divulgazione di notizie false e denigratorie a danno dell’immagine della società e dei suoi tesserati.
comunicato stampa Canosa Calcio 1948