Domenica 2 aprile allo stadio di San Marco Antonio Parisi il Donia è riuscito a sconfiggere i ragazzi del mister Iannaccone: a sbloccare la partita ci ha pensato Trotta (21′ e 52′), anche Monopoli lascia il segno al 74′ e Salerno ha semplicemente non lasciato i sipontini a reti inviolate. Per il San Marco la situazione si complicata ulteriormente e la salvezza passera necessariamente per i play-out.
I sammarchesi non si chiudono nel silenzio dopo la gara e Aniello Calabrese, dirigente treminese e Michele Dimonte (terzino) si espongono telefonicamente.
ANIELLO CALABRESE: “Non nego che gli avversari avessero la classifica dalla loro parte, ma le partite si giocano sul terreno di gioco e dovevamo vincere a tutti i costi. Purtroppo quest’anno siamo stati penalizzati, spesso, anche dalle circostanze arbitrali. Potevamo approfittare di alcuni errori dei sipontini, ma non abbiamo avuto la giusta mentalità. Una vittoria in casa, contro i biancocelesti, ci avrebbe consentito di migliorare la posizione, però a Trinitapoli daremo tutto. Questa piazza se lo merita”
Michele Dimonte, giovane terzino sinistro barlettano, con aria tenace e convinte si esprime: “Sono qui da pochi mesi, però ho conosciuto la cittadina di San Marco e lo spirito che emana. La gente ti accoglie e ti vuole bene perché sa che con la sua maglia difendi la città, è stupendo. Io provengo dall’Eccellenza abruzzese (Bagicalupo Vasto) e mi rendo conto che il livello della mia attuale categoria è più alto. Le stagioni trascorse a Cerignola e Barletta mi hanno fatto condividere dei momenti con alcune vedette del calcio pugliese e, anche se mi è stato dato poco spazio in campo, sono riuscito ad apprendere tantissimo. L’ultima gara? I manfredoniani avevano un buon perno tattico-tecnico che, nonostante le varie sedute in vista dell’occasione, non siamo riusciti a smontare. A parte l’ultima prestazione, ora siamo concentrati sulla prossima e, in caso di vittoria e pareggio, la possibilità di giocarci la salvezza resterebbe alta. Ho apprezzato fin dall’inizio la vicinanza del capitano Paolo Augelli e del resto del team, se è vero che l’unione fa la forza, noi vinceremo”
Tralasciando i vari colori, gli amanti del calcio saranno sempre dalla parte delle piccole realtà sportive, poiché solo in queste si conserva ancora la genuinità di questo sport che a causa di tanti cambiamenti ha perso, inevitabilmente e innegabilmente, il vero significato. In poche parole, è doveroso esortare anche questa realtà.
Michela Rinaldi