A settembre, contro il Sassuolo, la corsa di Mourinho sotto la Sud e giallorossi in vetta alla classifica. Cinque mesi dopo il 2-2 strappato in extremis, settimo posto e un progetto che non decolla
In 154 giorni si fa in tempo a vincere guerre e a vedere sfiorire amori che parevano immortali, figuriamoci se possiamo stupirci notando l’appassire delle speranze della Roma.
Una cosa è certa: il 12 settembre scorso – nella serata in cui José Mourinho contro il Sassuolo tagliava il traguardo delle mille panchine in carriera – la stagione sembrava piena solo di leopardiane “magnifiche sorti e progressive”. Tre vittorie di fila in campionato, cinque stagionali considerando quelle di Conference, primo posto in classifica in Serie A, girone europeo che sarebbe cominciato il giovedì successivo con un 5-1 al Cska Sofia. Insomma, in quel giorno di fine estate la corsa di Mourinho sotto la Curva Sud per festeggiare la rete del 2-1 di El Shaarawy in pieno recupero, sembrava la prima di…