Giuseppe Branà allenatore dell’ Alto Salento Avetrana è stato autore fin ora di un buon avvio di campionato collezionando quattro pareggi in altrettante gare disputate. Seppur la sua squadra ancora non abbia assaporato il sapore della vittoria i punti conquistati fin ora sono sicuramente pesanti, l’ ultimo dei quali arrivato domenica scorsa in casa contro il Corato, autentica corazzata del campionato di Eccellenza.
Mister, complimenti per il buon avvio di campionato e per il pareggio ottenuto domenica scorsa contro il Corato.
Loro sono veramente forti. Nel primo tempo lo hanno dimostrato, mentre nel secondo tempo siamo usciti meglio noi. Quello che voglio sottolineare è che noi siamo una squadra che cerca sempre di imporre il proprio gioco, non siamo attendisti, infatti dietro preferisco giocare sempre con quattro difensori, mai con cinque, e questi devono essere molto concentrati e bravi, tant’è che abbiamo preso gol per una disattenzione di Romano, altrimenti la partita l’ avremmo vinta.
Mi sembra di percepire che il tuo modo di giocare sia molto zemaniano.
Come mentalità probabilmente si, ma come gioco no perchè lui ha sempre curato poco la fase difensiva. I troppi tatticisimi presenti nel calcio di oggi sono una conseguenza di un sistema sbagliato, dove un allenatore viene cacciato dopo due sconfitte senza avere il tempo necessario per lavorare bene e crescere. Oggi molti allenatori bleffano usando il 3-5-2 ma in realtà è come se usassero il 5-3-2 perchè hanno i laterali che arretrano, quindi il modulo diventa molto difensivista avendo di fatto cinque difensori. Questo modo di giocare mette in crisi lo spettacolo perchè se da un lato prendi meno gol, dall’ altro la conseguenza è che ne farai di meno. Giocando a cinque non si riparte mai come si deve e questo accade perchè gli allenatori hanno paura di perdere, ma è una paura che ti dà il sistema. Sicuramente quando si allena bisogna mantenere degli equilibri anche e sopratutto con la società, ma vivere con la paura di essere esonerato ti fa giocare principalmente per non perdere e in maniera poco spregiudicata. Personalmente cerco di fare sempre la mia partita a prescindere e da questo punto di vista ho la coscienza a posto.
Domenica prossima siete attesi dal Molfetta Calcio. Che partita ti aspetti?
Il Molfetta è una bella squadra, di categoria, con buone individualità in avanti, però prende spesso gol. Noi invece abbiamo raccolto meno di quanto seminato, sopratutto nelle partite fuori casa dove potevamo fare di più. Si può e si deve migliorare e poi io sono uno molto autocritico e che non si accontenta.
A volte avere un proprio credo ti porta a dissociarti ed essere escluso dai contesti nei quali ci si trova e/o lavora. Il caso più famoso è appunto quello di Zeman che per le sue vedute originali e spesso singolari, giuste o sbagliate che fossero, si è trovato fin troppo presto tagliato fuori dal cosiddetto “grande giro”. Però come giustamente ha affermato il tecnico dell’ Avetrana Branà bisogna cercare di fare il proprio gioco anche rischiando di essere più spregiudicati e sopratutto senza bleffare camuffandosi da maestri del calcio, perchè così facendo ne va di mezzo lo spettacolo e la bellezza che questo gioco si è guadagnato nel corso degli anni. Del resto la ludicità è bambina, come ci ha insegnato Maria Montessori, e di conseguenza le forme di bellezza maggiori ce le possono trasmettere solo i bambini, dai quali probabilmente abbiamo tanto da apprendere.
Inoltre non è scritto da nessuna parte che le partite debbano finire 0-0 o con vittorie striminzite e di misura, grande esempio di questo concetto è la partita disputata allo Stadio Azteca di Città del Messico durante il Mondiale del 1970 tra Italia e Germania, terminata con il punteggio di 4-3 per gli azzurri in un sussulto di emozioni e per questo considerata giustamente la Partita del Secolo.
In attesa che vi sia un flusso retrogrado che ci faccia tornare indietro per riprendere la retta via della bellezza calcistica e della vita, proviamo a goderci chi questa strada l’ ha imboccata e cerca di seguirla giornalmente, Giuseppe Branà è sicuramente uno di questi.
Danilo Sandalo