Interviste in casa Canosa <br/> Parla Mr. Scaringella

Interviste in casa Canosa
Parla Mr. Scaringella

Intervista a tutto campo all’allenatore del Canosa Giuseppe Scaringella, capolista del girone A

Alla prima stagione alla guida tecnica dell’A.S.D. Canosa nel girone A del campionato di prima categoria pugliese mister Giuseppe Scaringella (38 anni) ha dimostrato sul campo di aver lavorato bene formando un gruppo coeso che nelle occasioni più difficili, viste le concomitanti assenze per infortuni e squalifiche di diversi titolari, ha fatto valere la propria forza e determinazione grazie alle cure del tecnico andriese. Il Canosa è  primo in classifica a quota 62 punti, imbattuto nel girone di ritorno,  in serie positiva da undici partite e con dieci vittorie consecutive conquistate, vantando il miglior attacco con 55 gol realizzati  ed il portiere De Blasio che non prende gol da 620 minuti. Sono numeri eloquenti che parlano da soli sulle potenzialità della squadra rossoblu, da sola in testa alla classifica alla vigilia delle festività pasquali e della sosta del campionato che riprenderà il 7 aprile e vedrà il Canosa impegnato in casa contro il temibile Monte S.Angelo, al quarto posto. Per l’occasione mister Giuseppe Scaringella ha rilasciato la seguente intervista: 

–          Due domande ricorrenti: situazione sentimentale ed i suoi rapporti con i social network…Dal 2003 sono sposato con Barbara e dalla nostra unione sono nate le bambine Alessia e Gloria. I social network sono una fonte di informazioni, un’alternativa ai tradizionali mezzi di comunicazione

–          Titolo di studio e professione…Diplomato all’Istituto tecnico per geometri di Barletta e attualmente “impartisco” lezioni di  geometrie calcistiche dopo aver giocato da difensore nelle giovanili della Fidelis Andria, poi a Trani, Cerignola, Lavello, Bisceglie e Minervino.

–          L’approccio alla panchina…Sarà stato un caso ma il mio esordio in panchina è stato proprio contro il Canosa nel campionato di promozione del 2009. Cerco sempre un approccio equilibrato alla gara a prescindere dall’avversario.

–          Prima squadra da allenatore: Il Minervino Murge nel campionato di promozione 2009/10.

–          Ha ottenuto soddisfazioni? Per due stagioni alla guida del Minervino, nel primo anno abbiamo sfiorato i play off per soli due punti dopo essere stati per diverso tempo in lotta con le prime, nel secondo anno ci siamo salvati con una squadra composta da giovani all’esordio in promozione. La soddisfazione più grande, oltre al raggiungimento dell’obiettivo di inizio stagione, è quello di avere un rapporto leale con tutti i giocatori della rosa, anche con quelli che giocano meno, non solo sul campo ma  soprattutto nella vita quotidiana.

–          E’ importante avere in squadra  giocatori di talento? Si possono ottenere ottimi risultati anche con queste individualità, o contano altri fattori?E’ ovvio che per raggiungere determinati traguardi si ha bisogno di giocatori di talento ma è anche importante ricordare che il vero talento è quello che oltre ad avere  qualità tecniche superiori alla media, si mette totalmente al servizio  della squadra e di tutto l’ambiente che lo circonda. Ecco perché è sempre più difficile trovare in un giocatore il binomio talento-umiltà.

–          A quale allenatore  si ispira? Secondo il mio modesto parere, Arrigo Sacchi è stato l’allenatore che ha rivoluzionato la filosofia di fare calcio rispetto al passato, alle teorie arcaiche. Nel mio piccolo,  i suoi concetti di difendersi-attaccando, cerco di applicarli.

–          Come trascorre il pre-gara? Sono molto meticoloso e intransigente nel rispetto degli orari di arrivo, del pranzo, del tragitto nel viaggio verso lo stadio per arrivare puntuali e concentrati all’appuntamento domenicale.

–          Tra le squadre affrontate in questa stagione chi l’ha impressionata di più?  Parecchi colleghi stanno svolgendo un ottimo lavoro ma per restare impressionato ho bisogno di vedere cose nuove che non ho ancora visto.

–          I pronostici: dalla prima  alla quinta…Non oso fare pronostici, sbaglio sempre!

–          Un commento sulla tifoseria canosina. I saluti a fine partita…Solo parole di elogio per come ci hanno accolto e per il modo di incitarci nell’arco della partita. Encomiabili anche quando abbiamo perso che ci hanno applaudito. Nelle prime giornate volutamente non andavo per il saluto finale perchè volevo che tra i tifosi ed i miei giocatori cominciasse a nascere un rapporto di stima reciproca, per conoscersi meglio, in modo tale che i calciatori, i veri protagonisti di questa stagione, iniziassero a sentire la fiducia dell’ambiente per accrescere la loro autostima. Ora con molto piacere vado anche io per ringraziare tutta la tifoseria a fine gara.

–          Parlando della squadra, un nome su tutti non può passare inosservato: Gianmarco Frezza. Quanto vale per il gruppo? Giù il cappello quando parliamo di Gianmarco Frezza. Non capisco come gli addetti ai lavori la scorsa estate non abbiano fornito una proposta seria ad un calciatore che può tranquillamente giocare ancora per anni in prima Divisione per la sua professionalità, per le sue capacità tecniche-tattiche e per la sua integrità fisica. Quando un calciatore che ha calcato campi di massima serie segnando gol anche in stadi famosi, esulta in prima categoria come se avesse segnato il suo primo gol in serie A, con la gioia e la grinta di un ragazzino, posso affermare che Gianmarco Frezza è un esempio positivo per i giovani . Purtroppo ce ne  sono pochi in giro. E’ davvero uno spot umano trainante per tutto l’ambiente calcistico e non esagero.

–          La scelta di Impera come capitano e non Frezza o De Blasio? Nel nostro spogliatoio Frezza e De Blasio sono due “mostri sacri”. Ho scelto Impera come capitano perché ho voluto responsabilizzare tutto il gruppo per non farli nascondere dietro queste figure carismatiche e poi con il lavoro e la partecipazione di tutta la rosa si hanno più possibilità di centrare gli obiettivi. 

–          Come sarà il finale  per l’ A. S. D. Canosa che ha iniziato in ritardo la stagione? Il finale sarà assolutamente in crescendo.

–          Rammarico per le tre sconfitte subite nel girone d’andata di cui due in trasferta contro le retrocesse dalla promozione ed una tra le mura amiche? Quando perdi c’è sempre il rammarico ma abbiamo dimostrato, soprattutto a qualche denigratore,  che non siamo prime donne ma uomini che sappiamo rialzarci a testa alta dopo aver subito due sconfitte consecutive, reagendo con una straordinaria compattezza.

–          Nella rosa a disposizione c’è qualche giocatore che potrebbe calcare i prati delle categorie maggiori? Certamente tutti potrebbero giocare almeno in una categoria superiore se non due. Al momento nomi non ne faccio per non fare torto a nessuno. I miei ragazzi sanno quello che penso di loro.

–          Un consiglio ai ragazzi che giocano nei campionati giovanili a Canosa e dintorni? L’unico consiglio  che posso dare ai ragazzi  è quello di continuare a giocare solo se sentite l’esigenza fisica e mentale di farlo, come se giocare a calcio fosse un bisogno primario per voi stessi. Questo concetto vi farà superare tutte le difficoltà che incontrerete, vi farà migliorare  giorno dopo giorno come uomini e come calciatori e infine vi terrà lontani da tutte quelle persone intorno a voi che vi osannano quando fate un gol e nello stesso tempo  vi gettano  fango quando siete in una giornata storta.   

–          Le associazioni sportive locali devono puntare maggiormente sui giovani? Nella BAT ci sono numerose scuole calcio ma con pochi calciatori nelle serie maggiori…Io dico che bisogna puntare sulla formazione di uomini. Interessi economici,vanità, arrivismo, cinismo sono tutti fattori che ostacolano la formazione dei giovani calciatori. Dopo la prematura scomparsa del mister Mauro Lagrasta ho cercato di conoscerlo un po’ meglio attraverso interviste e video, spinto anche dal fatto che a Canosa tutti ripeto tutti, avevano un episodio significativo sia calcistico che di vita da raccontarmi. Ho quindi capito che sicuramente mister Lagrasta era e continuerà ad essere un punto di riferimento per il suo modo unico di rapportarsi con i ragazzi e non solo.

–          Un calciatore deve rimanere atleta anche nelle  giornate di riposo e il sabato sera? E, può concedersi un po’ più di relax anche nell’alimentazione e nei divertimenti notturni? Vivere da atleta non deve essere un sacrificio deve essere uno stile di vita.

–          Vasco o Liga? Sud Sound System o Negramaro? Indubbiamente Vasco e Negramaro.

–          Ha visto il film “L’Allenatore nel pallone” di Lino Banfi? L’attore Lino Banfi nato ad Andria ed emigrato a  Canosa, il sottoscritto nato ad Andria che si sposta a Canosa per allenare…Una comparazione beneaugurante per descrivere  questo film,  un must assolutamente da vedere insieme ai giocatori soprattutto nei momenti di tensione in quanto aiuta a sdrammatizzare e ad infondere  fiducia nelle potenzialità della squadra.

–          L’attrice più cliccata? Clicco poco ma Anna Falchi merita di essere cliccata.

–          Il suo motto…Ai miei giocatori dico sempre di non rientrare negli spogliatoi  a testa bassa ma uscire dal campo a testa alta si vinca o si perda. Lo stesso ripeto a me stesso di camminare a testa alta per poter guardare negli occhi il prossimo.

–         Grazie e in bocca al lupo per il finale di stagione !Crepi!

Colgo l’occasione  per  esprimere a nome di tutta la squadra  gli  auguri di una buona e serena Pasqua a tutti i lettori e alla Redazione di CalcioWebDilettanti che segue il  calcio dilettantistico con dovizia di particolari l’evolversi  della stagione agonistica.

Intervista a cura di Bartolo Carbone

 

 

 

 

 

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