Manfredonia: Intervista al presidente Sdanga <br/>E’ stata la vittoria del gruppo

Manfredonia: Intervista al presidente Sdanga
E’ stata la vittoria del gruppo

Il Vicepresidente Sdanga

Il Presidente Sdanga

Il presidente dei sipontini ha riportato il club nella massima serie dilettantistica

Questa vittoria la dedico a mio padre che trent’anni fa ha portato il Manfredonia in D. Sono riuscito ad emularlo. Ora aspetto che tra trent’anni faccia lo stesso anche mio figlio. Buon sangue non mente“. Una questione di famiglia insomma. Antonio Sdanga (in foto), presidente del Manfredonia, neo promossa in serie D, si gode la splendida stagione dei suoi.

Manfredonia in D: l’avrebbe mai immaginato?
“Era nei nostri pensieri. A un certo punto della stagione qualcosa ci stava sfuggendo di mano ma siamo stati bravi a riprenderci. C’era la consapevolezza di poter migliorare rispetto al passato”.

Quando ha capito che la squadra poteva farcela?
“Dopo la sconfitta di Mola. Dopo quel 4-0 qualsiasi altra squadra avrebbe mollato. I ragazzi invece si sono stretti, hanno fatto gruppo, e hanno mostrato che proprio l’unione è la vera forza”.

Il gruppo ma non solo, la società si è mossa bene.
“Il fatto che quest’anno c’erano altri tre amici ad accompagnarmi in questa avventura è stato un grande aiuto. L’anno scorso ero solo. L’unione e la coesione hanno permesso di sopperire alle difficoltà del momento. A dicembre ci siamo accorti che mancava qualcosa. Serviva un difensore centrale ed è arrivato D’Arienzo che ha dato quella sicurezza in più; occorreva un portiere under che ha permesso di avere qualche giocatore più esperto in mezzo al campo: sono stati innesti importanti. Non dimentichiamoci Portosi: è una sorta di portafortuna, ha vinto cinque campionati negli ultimi sette anni”.

A novembre ha mandato via D’Arienzo e richiamato Cinque: mossa azzeccata.
“Può darsi che ho sbagliato a mandar via a giugno Cinque. I meriti di questa promozione vanno anche a mister D’Arienzo e ai punti conquistati sotto la sua gestione. Purtroppo la squadra aveva bisogno di una scossa e a pagare sono sempre gli allenatori”.

La città come ha risposto?
“Ieri c’è stata la festa. Siamo arrivati con il pullman allo stadio: era gremito come ai tempi del professionismo. La città ha voglia di calcio e non vuole essere delusa. Avevamo promesso che in tre anni saremmo arrivati in D: ce l’abbiamo fatta. Ora dobbiamo vedere i programmi per il prossimo anno e non deludere nessuno”.

Si gode la promozione o ha già in mente progetti per il futuro?
“Per ora ci godiamo la vittoria. Il viaggio in Sicilia è stato lungo. Mercoledì c’è l’incontro con i ragazzi, faremo una partita tra di noi e poi ci sarà il rompete le righe. In seguito ci siederemo ad un tavolo, insieme anche a mister Cinque, e programmeremo il futuro”.

Qualche giocatore lascierà Manfredonia?
“Ci sono ragazzi che quest’anno si sono messi in mostra e hanno avuto diverse richieste. Per come si vive il calcio a Manfredonia, per la serietà della società, difficilmente qualcuno lascerà il club, a meno che non dovessero arrivare delle proposte dalla Lega Pro”.

Ad inizio stagione le favorite erano Terlizzi, Mola e Cerignola. Alla fine in D o a voi è andato il San Severo. Che idea s’è fatto di questa Eccellenza?
“Questo dimostra che non sono i nomi che fanno vincere i campionati, ma le società e i programmi fatti in una certa maniera. Ci vuole passione e bisogna crederci fino in fondo. Credo che questo abbia fatto la differenza per noi e per il San Severo”.

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laquis

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