San Marco punta sui giovani: intervista al prof. Antonio Parisi

San Marco punta sui giovani: intervista al prof. Antonio Parisi

Antonio Parisi

Ecco l’ASD San Marco che punta sui giovani: intervista al prof. Antonio Parisi

Parla Antonio Parisi, direttore tecnico del Settore Giovanile e preparatore atletico della squadra di Seconda Categoria: “Ringrazio mister Iannacone che ha creduto in me e mi ha voluto fortemente al suo fianco”

Scuola Calcio e Settore Giovanile, quella dell’ASD San Marco è già una realtà. Ad oggi quanti sono i ragazzi che fanno parte di questa grande famiglia e qual è il compito che lei riveste nella società di via Rodi?

Beh!, se siamo già una realtà questo a me può fare solo piacere. Siamo “nati” da pochissimo e sicuramente il nostro primo obiettivo è quello di diventare una realtà affermata nel tessuto sociale del nostro paese e della nostra provincia. Ad oggi abbiamo attive quattro categorie del Settore Giovanile e Scolastico: i Giovanissimi, gli Esordienti, i Pulcini e Piccoli Amici, per un totale di circa 100 ragazzi in orbita ASD San Marco. Personalmente all’interno della società occupo diversi ruoli ma il più importante è sicuramente quello di direttore tecnico del Settore Giovanile. Mi occupo delle categorie Pulcini e Piccoli Amici, sostenuto ed aiutato da tanti collaboratori che quotidianamente mi danno una mano e che ringrazio pubblicamente: Alberto Nardella, Angelo Tancredi, Matteo Perilli, Antonio Ciavarella, Leonardo Villani, Donato Polignone, Pietro Battista, Aniello Calabrese, Antonio Villani, Nazario De Cata.

Primi Calci, Pulcini, Esordienti e Giovanissimi. Come siete riusciti ad organizzarvi in così poco tempo? Praticamente in poche settimane

Non è stato facile sicuramente mettere su tutto questo in così poco tempo. Essendoci, in società, gente con delle competenze importanti nel settore, abbiamo voluto intraprendere questo percorso, che personalmente ritengo fondamentale per la “sopravvivenza” di una società dilettantistica. Dopo 6 mesi la risposta dei ragazzi, dei genitori e della gente è più che positiva.

Tecnici qualificati e collaboratori armati di passione e buona volontà: è questa la medicina giusta? Oppure c’è dell’altro?

Certo, questo è al primo posto. La qualifica dei tecnici è fondamentale perché si lavora con bambini e ragazzi, ai quali chi non ha le competenze giuste può fare soprattutto del male. Non è come lavorare con i grandi, anche se, secondo me, anche li ci vorrebbe gente competente che ha studiato per fare quel tipo di “mestiere”, però questo è un altro discorso. Comunque in tutto ciò se non c’è la passione come dici tu, si fa davvero poca strada. Ritengo opportuno citare i nomi degli altri tecnici che insieme a me hanno creduto al progetto del Settore Giovanile A.S.D. San Marco: Nazario Nardella (Giovanissimi), Michele Coco e Antonio Daniele (Esordienti).

Con i bambini e i ragazzini, su cosa è importante lavorare? Quali sono le priorità?

La priorità in queste fasce d’età è soprattutto il divertimento. Usare soprattutto l’attrezzo per il quale questi bambini vengono presso le nostre Scuole Calcio e cioè: il pallone. Per quanto riguarda le categorie di Piccoli Amici e Pulcini la priorità deve essere data sicuramente all’apprendimento e consolidamento degli schemi motori di base e delle capacità coordinative in generale con una piccola parte di tecnica e tattica specifica per il gioco del calcio.Dagli Esordienti (i quali dovrebbero già aver acquisito gli schemi motori e le capacità coordinative più importanti) in poi si può iniziare il processo di “specializzazione” iniziando a toccare i vari aspetti del calcio e le capacità condizionali, sempre sotto forma di gioco ovviamente. Chi pretende di allenare un ragazzino come se fosse un adulto, forse non lo sa, ma gli sta facendo solo del male.

Quali le difficoltà incontrate finora, quali le soddisfazioni e quali gli obiettivi futuri?

Beh, le difficoltà in questa esperienza che abbiamo intrapreso sono state e sono tante giornalmente, ma non solo per noi penso anche per le altre realtà calcistiche del paese. La più importante che mi viene in mente è sicuramente la mancanza di una struttura nella quale lavorare in modo decente. Si la palestra, il calcetto sono degli spazi nei quali ci si può adattare e lavorare ma senza una struttura idonea non ci sarà sicuramente l’evoluzione e la crescita sia dei ragazzi che delle società. Poi c’è la mancanza di fondi e risorse che in questi piccoli paesi e con i tempi che stiamo attraversando è anche fisiologica. Comunque tutti noi dell’ASD San Marco siamo soddisfatti del lavoro svolto fin’ora, abbiamo aperto una sede sociale luogo di ritrovo per i ragazzi, dove svolgere attività ludiche e didattiche. Abbiamo aperto una collaborazione tecnica con l’ASD. Manfredonia Calcio, organizzato un bellissimo triangolare il 23 dicembre al quale hanno preso parte più di 200 ragazzi provenienti da San Severo, San Marco e Manfredonia. Gli obiettivi, sicuramente il primo è la crescita psicofisica dei ragazzi che seguiamo, poi speriamo di aprire a breve una collaborazione con un club professionistico, aprire ad altri ragazzi attivandola categorie Allievie come ultimo, ma questa è soprattutto una mia speranza, avere a disposizione una struttura idonea nella quale far crescere i nostri ragazzi.

Per chiudere, apriamo una parentesi sul campionato di Seconda Categoria. Al di là dell’indiscusso valore tecnico-tattico dei ragazzi di mister Iannacone, quanto conta e ha contato la preparazione agli ordini del prof. Parisi?

Sicuramente la preparazione dal punto di vista atletico è importante per chi vuole fare sport a qualsiasi livello. Non so quanto conta o ha contato in percentuale, posso solamente dire che i ragazzi ci mettono ad ogni allenamento il 100% dell’impegno e quello che stanno ottenendo è solamente il frutto di quest’impegno. Io non posso fare altro che ringraziarli perché si mettono a disposizione mia e dell’allenatore senza avere mai dubbi sul lavoro che stanno facendo.  In fine lasciatemi ringraziare il mister Iannacone che ha creduto in me e mi ha voluto fortemente al suo fianco.

laquis

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