Non è un’epidemia a far paura al Bisceglie in questo scorcio del campionato di serie C da giocarsi in un clima vuoto e surreale ma importante per la tutela della salute pubblica. La malattia più forte sembra invece chiamarsi play out, ancora lontani per la matematica ma che sembrano essere inevitabili dopo la sconfitta casalinga con un Catania dalle poche ambizioni.
Con il ritorno di mister Gianfranco Mancini dalla squalifica resta in auge il 3-4-1-2 che ha fruttato l’importante punto di Terni domenica primo marzo: a braccetto con l’uomo di Polignano è ritentrato Diallo nella propria casella difensiva a fianco a Joao Silva e Karkalis. Mastrippolito ha vinto il ballottaggio con Longo sulla sinistra mentre hanno trovato spazio dal primo minuto Zibert e Trovade come vertici del centrocampo, ricevendo il testimone da Rafetraniaina e Ungaro. È Claudio Ferrante la mezzapunta di centro a sostegno di Montero e Gatto.
Mister “miliardo” Cristiano Lucarelli ha optato per il 4-2-3-1; modulo spregiudicato per invertire la tendenza e placare l’anemia di risultati utili lontano dal Cibali con Beleck centravanti mobile sostenuto da Capanni, Curcio ed il milanese di chiare origini biscegliesi Davide Di Molfetta (quasi un derby per lui, ndr).
Ed è proprio questo assetto ad aver contrassegnato l’avvio promettente degli etnei con un gioco brillante ed ossessivo sembrato poi sciogliersi come neve al sole: nel giro di tre minuti il piattone di Beleck clamorosamente finito fuori e la traversa colpita da ventuno metri da parte di Pinto hanno rappresentato la veemenza diretta dei siciliani con un baricentro sempre più avanzato e rapidi tocchi di palla che hanno disorientato il sopra cintola stellato.
La prima occasione dei nerazzurri è del ventiduesimo con Alessandro Gatto bravo a raccogliere di testa il traversone morbido di Zibert ma la palla ha sfiorato il palo. Dieci minuti dopo è lo stesso ex Reggina ad incocciare dai venti metri con un destro in movimento ma si è subita la stessa sorte.
Il Catania ha insistito negli ultimi minuti della prima frazione ma senza pungere effettivamente la retroguardia ben ordinata dei nerazzurri. Nella seconda frazione Lucarelli ha giocato la carta Marco Biagianti al posto di Bruno Vicente ma è dalla sinistra che si è trovato lo spunto per il gol: Pinto ha servito Curcio che controllando male ha colpito in modo impreciso da pochi passi.
Attivissimo Zibert, il più pericoloso del team caro al patron Nicola Canonico, che in due occasioni al cinquantesimo ha provato a centrare il sette senza fortuna. Sulla punizione pericolosa battuta da Pinto ed intercettata da Beleck il portiere nerazzurro Casadei ha accusato un dolore alla spalla.
La malasorte ha così accompagnato il portiere ex Gozzano che ha ceduto il posto all’esordiente Messina, classe 2002, subito messo alla prova dalla compagine rossazzurra. E alla prima occasione il cast di mister Lucarelli ha messo in ghiaccio la partita con Salandria, lesto nel beffare in contropiede la formazione di casa su prezioso filtrante di Di Molfetta. La botta di destro dall’interno dell’area ha dato subito il benvenuto al giovane portiere che ha tuttavia sciorinato una buona prova, forse più che promettente per il futuro.
L’infortunio di Casadei ha scombinato i piani e Mancini ha così rafforzato la mediana con gli innesti di Nacci e Rafetranina in luogo dei nevralgici più offensivi, ovvero Trovade e Ferrante, ma le scorribande non sono arrivate. È stato così il Catania a poter gestire il risultato non creando occasioni interessanti e senza soffrire la manovra dei locali, ancora attivi dalla panchina con gli ingressi tardivi di Longo e Ungaro per Mastrippolito e Petris.
L’affanno offensivo dei biscegliesi è rappresentato dal primo calcio d’angolo ottenuto in gara solo all’ottantottesimo, rendendo così troppo relativa la reazione del collettivo messosi in luce solo in pieno recupero con il tiro rimpallato di Zibert ed il conseguente colpo pieno di Gatto che non ha inquadrato lo specchio della porta.
Prima del triplice fischio, come ormai da prassi, l’ennesimo rosso agli ospitanti: stavolta il protagonista è stato Montero rimandato anzitempo negli spogliatoi per somma di ammonizioni e per due scorrettezze francamente inutili.
L’ennesima espulsione patita dal club stellato è il simbolo più evidente di come si voglia ballare un valzer con poca concentrazione, rendendolo troppo lento per i gusti di una classifica ormai sempre più complicata.
BISCEGLIE-CATANIA 0-1
Bisceglie (3-4-1-2): 1 Casadei (dal 56° 12 Messina), 2 Diallo, 6 Mastrippolito (dall’83° 17 Longo), 9 Montero, 10 Gatto, 19 Karkalis, 20 Joao Silva, 27 Ferrante (dal 67° 4 Nacci), 29 Trovade (dal 67° 11 Rafetranianina), 30 Zibert, 31 Petris (dall’83° 24 Ungaro). Allenatore: Gianfranco Mancini. A disposizione: 3 Tarantino, 7 Dellino, 8 Armeno, 16 Abonckelet, 26 Murolo, 28 Tessadri.
Catania (4-2-3-1): 1 Furlan, 3 Mbende, 4 Vicente (dal 46° 27 Biagianti), 5 Silvestri, 7 Capanni (dal 64° 21 Biondi), 8 Di Molfetta (dal 79° 19 Manneh), 9 Beleck (dall’85° 28 Esposito), 10 Curcio, 16 Salandria, 20 Pinto, 26 Calapai. Allenatore: Cristiano Lucarelli. A disposizione: 22 Martinez, 6 Welbeck, 11 Curiale, 13 Saporetti, 15 Marchese, 25 Di Grazia.
Arbitro: Michele Di Cairano di Ariano Irpino.
Assistenti: Rosario Caso di Nocera Inferiore e Fabio Mattia Festa di Avellino.
Reti: 62° Salandria.
Note: spettatori e incasso non ancora comunicati. Ammoniti: 18° Vicente (gioco scorretto), 59° Capanni (proteste), 72° Montero (proteste), 90° Silvestri (gioco scorretto). Espulso Montero al 93° per somma di ammonizioni. Calci d’angolo: 1-3. Recupero: primo tempo nessuno; secondo tempo quattro minuti.