“Per la morte non c’è spazio, ma le vite volano e si aggiungono alle stelle nell’ alto del cielo”
Publio Virgilio Marone
Ci sono date che rimangono scolpite nei cuori di ognuno di noi, episodi indelebili che ci accompagnano per tutto il corso della vita e che ci fanno riflettere e sensibilizzare sul valore e sul perchè della stessa.
Episodi che non avremmo mai voluto che accadessero ai quali, anche se non coinvolti direttamente, ci sentiamo di appartenere.
Il 14 aprile 2012 è una di quelle date che rimarranno indelebili nelle memorie di tutti noi.
Allo Stadio “Adriatico” di Pescara è in corso la gara di Serie B tra i padroni di casa ed il Livorno.
Una partita importante per gli abruzzesi che, con Zeman in panchina ed il trio delle meraviglie Verratti – Insigne – Immobile, marciano trionfali verso la massima serie.
Si respira aria di festa a Pescara, eppure il Livorno quel giorno aveva messo il cuore oltre l’ ostacolo e vinceva per 2-0, lottando per ottenere una salvezza che sembrava vacillare quell’ anno.
Ma al 31′ minuto del primo tempo succede quello che nessuno avrebbe mai voluto che accadesse nè tanto meno dover raccontare:
Piermario Morosini si accascia improvvisamente al suolo alle spalle dell’ arbitro per un arresto cardiocircolatorio. Tenterà due volte di rialzarsi, di non cedere alla morte, incline al suo carattere da combattente in campo come nella vita, ma purtroppo i suoi tentativi di resistere questa volta risulteranno vani.
L’ ambulanza, che si trovava fuori dalla pista di atletica, arriva in campo con tre o quattro minuti di ritardo, bloccata da un’ auto dei vigili posizionata proprio davanti al varco d’ ingresso del terreno di gioco.
Sembra proprio una maledizione, un copione da film horror al quale non si poteva assolutamente sfuggire. Forse.
Intorno alle 17:00 circa purtroppo, all’ Ospedale Spirito Santo di Pescara, il cuore dello sfortunato calciatore cessa di battere per sempre lasciando tutti nello sgomento più assoluto.
Piermario Morosini se ne va definitivamente alla giovane età di 25 anni, lasciando un vuoto incolmabile in tutti noi.
Oggi a distanza di nove anni lo vogliamo ricordare come è giusto che sia, come un gladiatore che non si è mai arreso neanche dinanzi alla morte alla quale ha risposto per ben due volte provando a rialzarsi, non dandosi per assolutamente per vinto così come nella sua indole di calciatore, ma soprattutto di UOMO.
Ciao Piermario, ovunque tu sia.
(Fonte foto da Wikipedia)
Danilo Sandalo