“Comunque andare, anche quando ti senti morire”. Parlando di Salvatore Scarcella e di Novoli non potevamo non fare riferimento ad una cantante salentina come Alessandra Amoroso che in un suo successo estivo parla del fatto di comunque andare, lasciare qualcosa (o qualcuno) anche quando ciò è doloroso.
Salvatore “Sasà” Scarcella e il Novoli, il suo Novoli, si sono detti addio dopo tre anni. Una storia d’amore intensa, passionale con una promozione in Eccellenza e due salvezze consecutive nella Premier League pugliese. Nel collettivo di mister Schipa, il finalizzatore era proprio il bomber brindisino che ha letteralmente trascinato i suoi con circa 50 gol nelle tre stagioni giocate al “Totò Cezzi”. In esclusiva ai microfoni di calciowebdilettanti, abbiamo ascoltato proprio Scarcella sul passato, appena trascorso a Novoli, ma anche sul futuro e sulle voci di mercato che lo riguardano.
Sasà Scarcella, dopo tanti anni lasci Novoli da bandiera dei rossoblù. Un addio doloroso?
A Novoli lascio un pezzo del mio cuore. E’stata una scelta più che dolorosa perché lasciare una famiglia non e’mai semplice. Rimarrò’ legato a quelle persone per il resto della mia vita..
Tre anni in maglia rossoblu e immaginiamo tanti ricordi, aneddoti e altro ma qual’è il primo ricordo che ti viene in mente parlando di Novoli?
Il primo anno di promozione 3 anni fa’. Ultima giornata, dove ci giocavamo tutto in casa della seconda in classifica. A Putignano il distacco tra noi e loro era di un punto e una nostra vittoria valeva l Eccellenza. Correva il minuto 90, risultato di 1 a 1, e un mio euro gol fece esplodere i 500 tifosi novolesi. Vederli piangere di gioia a fine partita e credo che questa immagine la porterò per sempre dentro di me.
Dopo l’addio ai salentini, le voci di mercato ti danno di ritorno a Brindisi, un altra squadra a te molto cara. Quanto c’è di vero?
A Brindisi ho avuto solo approcci verbali anche perché di ufficiale non c’è niente ancora della nuova società’ quindi ho parlato con Brindisi come con altre società del resto.
Infine una domanda generica. Nel calcio dilettantistico, spesso e volentieri, i giocatori prediligono i soldi alla categoria, accettando proposte più allettanti economicamente ma magari in categorie inferiori. Tu come ti giudichi da questo punto di vista? Meglio una categoria prestigiosa o un ingaggio anche in serie inferiori?
Io sono uno di quei calciatori che “purtroppo”non ho mai guardato la categoria e ne’ tanto meno i soldi. A calcio gioco per divertirmi e divertire. La prima cosa che guardo in una società è la serietà della gente con cui avrò a che fare e gli obiettivi perché a me piace vincere sempre anche quando gli obiettivi non sono quelli.
ANTONIO GENCHI
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